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Egitto: cominciano i guai - 1 gen 2009
Arriviamo la mattina del 1 gennaio con la barca nel porto di Aswan.
Sono le 10,30.
Salgono i doganieri egiziani e iniziano i controlli. Siamo in 8 europei. Gli altri, circa 100 persone sono egiziani o sudanesi. Compiliamo le solite schede e timbrano i passaporti. Dicono di aspettare in cabina. Passano le ore e nessuno può scendere.
Non sappiamo quali complicati controlli possono fare a gente a piedi ma riusciremo a sbarcare solo 5 ore dopo. La K7è ora in navigazione su una chiatta verso nord. La città dista circa 20 km e la raggiungiamo con un taxi.
Aswan – 2 gen 2009
L’auto è ancora in viaggio e siamo a piedi. Non possiamo fare altro che visitare la piacevole città.
Alloggiamo in un piccolo albergo pulito con una splendida vista sul Nilo. Il Philae Hotel. E’raccomandabile sia per la posizione che per il prezzo: 150 sterline egiziane per due con una abbondante prima colazione. (20 euro al giorno).
GPS N24° 05.349’ E32° 53.664’
Poco più avanti sul Lungo Nilo c’è il Mc Donald dove c’è internet WiFi e con una consumazione si può restare tutta la giornata a navigare gratis.
Mac donald GPS N24° 05.693’ E32° 53.825’
Tombe dei Principi e Nobili - 2 genn 2009
Dalla parte ovest del Nilo, la montagna è scavata in vari punti. Sono le tombe dei nobili ricavate bucando il cuore della roccia e piene di dipinti e bassorilievi.
Sono dell'antico e medio regno. 3000 anni prima di Cristo. Oltre 5000 anni fa.
Le feluche, barche monoalbero ad una vela, solcano continuamente queste acque oramai più per trasportare turisti che per pescare.
Per il sito si paga un biglietto di ingresso di 30 pound o lire egiziane:LE come venivano chiamate un tempo. Il bigliettaio tenta di consegnarti un biglietto a tariffa ridotta restituendoti anche una piccola parte del disavanzo. La restante è per lui.
Alcune tombe sono chiuse da cancelli e i guardiani chiedono una mancia ulteriore per aprire il lucchetto. Occorre fare minacce di denuncia alla polizia turistica per farci aprire.
Arrivata la K7 - 3 gen 2009
Con un taxi ritorniamo al porto(a 20 km). Nella notte è arrivata la chiatta con sopra la nostra K7. La scarico sulla banchina e iniziamo le pratiche nell’ufficio della dogana.
Ecco la prima sgradevole sorpresa: il burocrate di turno non riconosce valida l’estensione del Carnet de Passage effettuata a Nairobi. Vuole che il rinnovo sia su ogni singolo foglio e non solo sulla copertina dove è stato predisposto l’apposito spazio di estensione.
A nulla serve far notare che non è previsto il rinnovo su ogni foglio non essendoci la casella per la proroga. Nulla.
E’ inflessibile. Dice che solo il manager l’Automobil Club d’Egitto, Gen.Salah può concedere l’autorizzazione ad accettarlo.
L’ufficio è al Cairo.
(Nella foto una tomba recuperata dalle sponde dei Nilo allagate quando hanno fatto la diga e allagato le rive. Sicuramente lo scheletro avrebbe avuto più elasticità mentale dei due burocrati in questione.)
Inizia qui un calvario durato una settimana.
Il giorno dopo telefoniamo al Cairo con intermediario perché all’ACE non parlano inglese. Proviamo a farci vistare un fax del documento che sappiamo essere valido e legale. Niente da fare. Vogliono vedere l’originale di persona. Colloqui con uff. Ministeriale del Turismo. Con il responsabile dell’Ufficio Generale Turistico, il gentile sig. HH Con la Polizia Turistica dove parlano solo arabo! Con l’ufficio doganale nel Quartier Generale in città e col Responsabile della dogana di Aswan.
Tutto inutile. Occorre recarsi al Cairo. Parto lo stesso giorno. Al tramonto.
14 ore di treno andata e 14 ore per il ritorno. Viaggio solo di notte perché non mi vogliono vendere il biglietto dei treni giornalieri, dicono poco sicuri.
Al Cairo, trovato l’ufficio, occorre aspettare l’arrivo del General Maneger Sig. Salah che arriva alle 10,30 ma mi riceve alle 11. Non parla ovviamente inglese.
La segretaria nel frattempo si chiede stupita cosa voglio, visto che il documento, mi spiega,
E’ PERFETTAMENTE VALIDO!!!
Provate a spiegarlo anche ai vostri amici ad Aswan allora!
Mi scrivono una dichiarazione che certifica che il documento è valido e capisco la ragione del farmi venire al Cairo. Via fax il “Sig” Salah non avrebbe potuto chiedermi i 200 puonds per scrivere la lettera.
Non importa se per venire qui ho dovuto viaggiare 2 notti, pagare 1.100 pounds e rimanere in albergo 4 giorni in più ad Aswan. Non è un suo problema, ovviamente.
(nella foto un’idea molto usata in Egitto per lavare le parti intime e certe facce…)
Maratona dei documenti.
Tornato nella bella Aswan inizia la penitenza dei documenti. Col Taxi si va al porto. Si chiede alla polizia di guardia all’ingresso il biglietto per entrare nell’area per recarsi di nuovo all’ufficio doganale. Rimanendo in strada si compila un modulo, si paga e si aspetta.
30 minuti, un ora, un’ora e mezza, due ore. Sempre cercando di mantenere la calma, sorridere e non mandarli dove meriterebbero anche quando fanno i “galli” con le donne europee che ovviamente si permettono di corteggiare davanti ai mariti o compagni. Lo stesso atteggiamento con una delle loro copertissime femmine porterebbe gravi conseguenze all’europeo incauto.
Finalmente staccano il biglietto e si può accedere all’area del porto.
Nell’ufficio doganale fanno le pratiche, chiedono 472 LE per l’importazione temporanea dell’auto (il fatto di avere un carnet da passage a garanzia non fa differenza).
Scrivono una lettera da presentare alla polizia stradale con sede in città.
Si torna col taxi, che nel frattempo ha aspettato fuori tutta la mattina, in centro e si iniziano le pratiche nell’ufficio di polizia. 12 carte diverse per ottenere le targhe in arabo. Fotocopie dei documenti, tre pagamenti di bolli in tre diverse casse. Circa 61 LE.(8€) Tutte con code informi e mutanti. Nel senso che ognuno tenta di pagare prima dell’altro. E spesso litigano in arabo fra loro.
Fatto questo col taxi si passa a prendere in periferia di Aswan un ingegnere e un poliziotto che per 70 LE (10€) “non fanno aspettare” troppo.
Con loro si rilevano i numeri del telaio e del motore sulla K7 che però è sulla banchina nel porto.
Col Taxi si risolve il solito problema dei 20 km…
Poi si torna in città ma alle 14 tutti gli uffici chiudono e si rimanda al giorno dopo.
MA
domani è il 7 gennaio data del Natale Copto a causa del calendario liturgico slittato rispetto all’europeo.
Qui, anche se sono quasi tutti mussulmani, festeggiano ugualmente. Tutto chiuso.
Non si può fare nulla.
Isola Elefantina - 7 genn 2009
Costretti al turismo andiamo a vedere l’isola Elefantina in mezzo al Nilo.
Curioso uno dei Nilometri meglio conservati e interessanti di Egitto. Con queste graduazioni sulle rive del fiume si misurava con precisione l’altezza delle acque e il loro evolversi in altezza. Grazie a queste costruzioni prevedevano l’arrivo della piena che portava con sè la benedizione degli dei, riempiendo le sponde di acqua e di terra fertile trasportata dalla lontana Etiopia e Uganda: il Limo. La ricchezza di questi popoli.
Oggi di piene non ce ne sono più a causa della diga costruita proprio a monte di Aswan che ha formato il Lago Nasser. Fornisce elettricità ma chiude anche la via alle piene. Il tempo delle inondazioni fertilizzanti è finito per sempre.
Sull’isola vestigia di templi fra i più antichi che gli egizi credevano vicino alle sorgenti del Nilo. Risalgono al primo regno.
Ancora scartoffie
Per fortuna non festeggiano anche Santo Stefano!
… e possiamo terminare le pratiche. Ufficio di polizia col taxi, con motore e telaio certificati. Lettera per l’assicurazione.
Non ci considerano valida la COMESA Yellow Card stipulata in Tanzania.
E’ riconosciuta in tutti i paesi dell’est Africa compreso Egitto che compare scritto grosso nella polizza. Paghiamo altri 512 LE. Ovviamente per un anno. Sono così spiacenti nel confessarci che non hanno polizze di un mese! Oh poverini!! Come sono dispiaciuti!!!
Di nuovo all’ufficio di polizia per prendere le targhe nuove e ancora i 20 Km per recarci per l’ultima volta al porto per ritirare l’auto.
Solito calvario per entrare. Un’ora di attesa e finalmente si accede all’auto. Montate le targhe occorre pagare la dogana per i giorni di sosta dell’auto dell’area del porto. (!!!) Si paga con ricevuta. Al cancello, ultima sorpresa!
La polizia chiede il pagamento per ogni giorno che l’auto è rimasta dentro al recinto. Sostengono che loro le hanno fatto la guardia. Inutile dire che ho già pagato alla dogana.
E’ chiaramente un’”estorsione di consuetudine”. Con le targhe montate e imbestialito non volevo pagare questa ennesima ruberia ma dopo 20 minuti, con la speranza di finirla con queste zecche umane infide e fastidiose, gli allungo 50 pound. Un terzo del richiesto e metto le ruote fuori dalla dogana.
Sono passati 8 giorni dal nostro arrivo. Ci hanno estorto oltre 2500 pound. E tolto la voglia di visitare il loro paese.
Evviva l’Egitto! Evviva!
Un paese che vive di turismo e affoga nelle carte e nei poliziotti e burocrati corrotti.
Consiglio: Mai, ripeto, MAI venire in Egitto con la propria auto!
Abu Simbel - 9 genn 2009
Per riprendere l’amore per questo paese che le sue meraviglie e la cordialità della gente dimostra, torniamo 300 km a sud. Nel deserto verso il Sudan. Dove l’ipocrisia di un presidente Egiziano (Nasser) e l’intervento pratico ed economico di molti paesi europei, hanno creato e risolto l’emergenza per la distruzione e salvezza di una delle meraviglie dell’Egitto.
Il tempio di Abu Simbel
Convoglio
Si parte in convoglio alle 11 del mattino. Dopo il periodo degli attentati dal 1993 al 1999 in cui fondamentalisti islamici assassinarono decine di turisti attaccando un pullman e facendo saltare alberghi, la polizia non permette in questa zona la libera circolazione degli stranieri. Per tutelare la loro vita e l’economia turistica del paese si viaggia scortati da poliziotti armati. Ogni giorno alle 11 e alle 4 del mattino parte il convoglio che percorre i 300 km di puro deserto verso Abu Simbel. Ad arrugginire nella sabbia ancora resta qualche segno della violenza passata. Anche ora che siamo in bassa stagione sono decine gli autobus che scendono con noi e questo ci fa capire l’importanza vitale di questa industria per l’Egitto.
Arriviamo ad un bivio che fra un paio di anni sarà frequentato dai viaggiatori che vorranno recarsi in Sudan o che, provenienti dal sud, vorranno accedere al paese. La strada per Wadi Halfa, distante appena 60 km è quasi pronta. Mancano le dogane e l’accordo definitivo per aprire un confine terreste ma il capo della polizia locale dice che stanno preparandosi all’apertura. Questo con nostra grande soddisfazione toglierà la gestione del passaggio di frontiera agli speculatori del traghetto e agli sdoganatori del porto, rendendo più facile, rapido ed economico questo attraversamento.
Scavati nella montagna
Pare fu l’italiano Giovanni Battista Belzoni nel 1817 il primo a riuscire ad entrare nel tempio. Era stato scoperto qualche anno prima dallo svizzero Burckhardt che intravide sbucare dalla sabbia una piccola porzione delle statue della facciata. Due templi. Scavati nella roccia per 60 metri, dalle rive del Nilo all’interno della scogliera. Ramses II uno dei più grandi faraoni della storia egizia, 1250 anni prima di Cristo li fece costruire. Uno dedicato a lui e uno alla bella Nefertari la splendida e dolce compagna. Fra le innumerevoli mogli, concubine e schiave d’amore, lei, bellissima era la sua prediletta. Sempre in sua compagnia.
Salvati dalle acque
Nel 1960 il presidente Nasser dà il via alla costruzione alla grande diga ad Aswan. Senza tanti scrupoli per la popolazione nubiana, le conseguenza sul patrimonio artistico e i gravi problemi ambientali. Si formerà un enorme lago che farà perdere casa e terra a 90.000 persone. Diversi templi e necropoli di oltre 4000 anni verranno sommersi.
L’Unesco nel 1964 a diga non ancora conclusa, decide di intervenire e in 5 anni di lavori, investendo 40 milioni di dollari di allora (a quei tempi un operaio guadagnava 25 dollari al mese!), oltre 2000 uomini tagliarono in blocchi la collina e la spostarono 65 metri più in alto, al sicuro dalle acque del nuovo lago. Un’impresa epica.
Ripassando da Aswan andiamo a visitare il Museo con una sezione dedicata ai tesori archeologici allagati dalle acque.
Edfu - Tempio di Horus
Verso nord. Lungo le rive del Nilo, incontriamo il suggestivo Tempio dedicato al dio Horus, il dio falco. Costruito nel periodo dei Tolomei nei secoli a cavallo della nascita di Cristo ha “solo” 2000 anni. Vogliamo accamparci nel parcheggio del tempio ma la polizia turistica ce lo impedisce. Ci indica un luogo vicino alle barche da crociera. Non ci piace e “tiriamo” ad arrivare a Luxor.
Luxor - 10 gen 2009
L’antica Tebe, come l’avrebbero in seguito ribattezzata i greci. Una città maestosa che ancora risplende per le meraviglie costruite dall’uomo di 4000 anni fa in onore di dei e faraoni. Decine di Templi ebani di Karnak e di Luxor i maggiori.
Sfilate di sfingi, chilometri di monumenti e templi. Per millenni la civiltà faraonica ha prosperato,vinto i nemici, celebrato culti e venerato Dei. Quattromila anni di civiltà e tradizione. Di potere senza interruzioni. Se proviamo a confrontare la nostra giovane civiltà di appena due millenni, sempre con enormi mutamenti al suo svolgersi, vengono le vertigini.
Poco lontana dalla città, sull’altra sponda del Nilo: la valle dei Re e delle regine. I suoi templi con i colossi di Memnone e le sue tombe scavate nella montagna. Fra esse quella che custodiva il favoloso tesoro di Tutankamon, ora visibile al Cairo, nel museo egizio.
La pista delle oasi - 14 gen 2009
Lasciamo il corso del Nilo per infilarci nel deserto. La pista che porta al Cairo attraversa diverse oasi con antiche testimonianze.
La prima è quella di Karga con Qasr El-Gueita, un fortino del periodo persiano, un tempio faraonico e la Necropoli cristiana di Bagawat, la più antica del mondo con 260 cappelle-tombe in mattoni crudi del 300 Dopo Cristo.
La “sola” di Dakla - 15 gen 2009
In questa oasi visitiamo il mausoleo dello sceicco Bashendi. In realtà a parte l’esterno in fango non c’e’ nulla da vedere. Non abbiamo più voglia di farci “mungere” e pagare biglietti di ingresso per luoghi così insignificanti e lasciamo perdere il resto dei ruderi. Ci facciamo un bel bagno in acque calde (40 gradi) in una delle varie risorgive che sprizzano acqua da 1000 metri di profondità. In questo caso nell’oasi di Farafra.
Il deserto bianco - 16 gen 2009
Come immense meringhe. Calcari bianchi dal fondo di un preistorico mare si innalzano dalla sabbia chiara. Il paesaggio, contornato da buffe strutture scultoree è surreale.
Giza, e le piramidi - 18 gen 2009
Famose in tutto il mondo e simbolo dell’Egitto, fanno ancora emozionare milioni di visitatori. Ai loro piedi la misteriosa Sfinge.
Cairo - 19 gen 2009
Caotica e piena di smog. Dal traffico infernale e strombazzante. I 20 milioni di abitanti la rendono una delle metropoli più popolate al mondo. Rimaniamo pochi giorni. Lo stretto indispensabile per visitare la Cittadella. Fondata dal “Feroce Saladino” nel 1176 e impreziosita da belle moschee di data successiva.
Il Cairo è ricchissimo in tutte le parti della città di capolavori dell’arte islamica e dei Mamelucchi.
Il mercato pieno di vita locale e di visitatori è stimolante e variopinto. Colorati bazar, merci profumate, antichità, vestiti, spezie, argento e oro.
Buon Compleanno Laura!
Nonostante questo sia un paese mussulmano siamo riusciti a procurarci uno spumante niente male. Fatto qui in Egitto. I faraoni erano già esperti vinificatori. E allora BUON COMPLEANNO! Il secondo in viaggio.
Alessandria – 22 gen 2009
Fondata da Alessandro Il Grande nel 300 A.C. è stata da subito un grande centro culturale importantissimo. La sua biblioteca era ricchissima di documenti unici e libri preziosi. Peccato che la maggior parte siano strati distrutti in un incendio nel terzo secolo. Ora è stata costruita una nuova biblioteca moderna per continuare la sua tradizione culturale.
E’ stata un porto di grande rilevanza strategica nel mediterraneo. Nel 1480 è stato costruito dai mamelucchi questo bel forte in calcare bianco. La costruzione è stata eretta sulle rovine dell’antico faro famoso nella storia della navigazione. Era considerato una delle 7 meraviglie del mondo.
Oggi passeggiare per la città è piacevole soprattutto per i prestigiosi palazzi inizio secolo, molti dei quali disegnati da architetti italiani.
Acqua del Nilo.
Liberiamo l’acqua presa alle sorgenti del Nilo in Uganda, direttamente nel mediterraneo. Gli abbiamo risparmiato un viaggio di 6.400 km, con noi ne ha fatti 12.500.
Una parte ce la portiamo a casa .
El Alamain – 24 gen 2009
Quasi 2 settimane di battaglia. Un inferno. Il più grande scontro di carri armati e mezzi in campo aperto della storia. Seconda guerra mondiale. Da una parte tedeschi e italiani che avanzano dalla Libia per prendere il canale di Suez. Dall’altra gli Alleati che hanno, il controllo del suddetto canale. Le forze in campo sono numericamente favorevoli agli alleati. Quasi il doppio di carri (1000) armati e più del doppio di uomini (250.000). I tedeschi e gli italiani subirono una sconfitta catastrofica che gli fecero perdere il controllo dell’Africa e determinarono una svolta nella guerra.
Il 2 novembre 1942 la resa. 25.000 prigionieri. 43.000 morti solo fra gli italiani. I tedeschi comandati da Rommel hanno potuto battere in ritirata. Gli italiani appiedati sono rimasti fino alla fine a combattere. La storia racconta di una resistenza eroica che ha strappato l’onore delle armi ai nemici e l’ammirazione profonda persino degli orgogliosi tedeschi.
Ci rechiamo in visita all’impressionate sacrario italiano e al museo che ricorda la battaglia.
Si rimane senza parole.
Come la Sardegna.
Facciamo sosta a Marsa Matruh. Località di villeggiatura per egiziani. Alberghi e locali sul mare. Acqua azzurra e cristallina. Sole. A parte la temperatura un poco bassa di sera viene voglia di Sardegna.
Frontiera di El Soloum – 25 gen 2009
La nostra targa egiziana ha il numero 6. Ma nei simboli arabi il 6 sembra un 7. La K7 continua la sua tradizione.
L’appuntamento con la guida libica obbligatoria è per domani mattina alle 7 ora libica.(8egiziana) Per non sciupare tempo decidiamo di fare la dogana di uscita oggi e dormire nella terra di nessuno in modo da essere pronti per l’entrata di prima mattina.
Prima un ingegnere ricalca e controlla i numeri di motore e telaio controllando la patente egiziana. Compila un foglio.
Poi nell’ufficio di dogana. All’esterno controllano il telaio e all’interno compilano e timbrano il carnet. Serve fotocopia del carnet che già avevo. Trattengono il carnet. Pago 2 LE. Ufficio polizia stradale. Serve fotocopia passaporto e acquisto una cartellina da 2 LE. Che pago 5LE. Torno nel primo ufficio quello degli ingegneri e consegno il tutto con le targhe. Occorre pagare 3,65 LE, ne pago 5. Torno in dogana, mostro il foglio e ritiro il carnet timbrato con un foglio da mostrare all’esterno. Ufficio immigrazione. Paghiamo 2 LE a testa di bolli e abbiamo finito. Solo 1 ora e mezza. Che differenza con i colleghi di Aswan! Pagato in tutto 16 LE. Gli “sbriga affari” che tentano di farti le pratiche ti dicono che servono 100 LE poi ti chiedono pure la mancia. Fai da te!
Bivacco nella terra di nessuno. Fra Libia ed Egitto.
Fuori il deserto impazzisce nel vento.
Impressioni sul paese.
L’Egitto è bellissimo.
Non c’è dubbio che il Nilo con la sua vitale presenza e l’imponenza dei monumenti dei Faraoni, rendono unico e suggestivo questo paese. Noi, viste le temperature, non abbiamo goduto dello splendido mare, che aggiunge sicuramente valore turistico al paese. MA La loro burocrazia puntigliosa e spesso maligna ci fa SCONSIGLIARE assolutamente la visita in auto in Egitto.
NON VENITE IN EGITTO CON LA VOSTRA AUTO.
Detto questo, si può affermare che il Paese è sicuro. Numerosissimi ovunque i poliziotti. Polizia turistica, stradale, politica, esercito. Ogni 50 Km c’è un posto di blocco che registra il passaggio di tutti gli stranieri. Sono cortesi e veloci anche se pochissimi parlano inglese. Le stradale sono tutte molto buone. Bivi in genere ben segnalati. Una curiosità: di notte le auto viaggiano con i fari spenti! Usano solo le luci di posizione e si arrabbiavano se noi utilizzavamo gli anabbaglianti (!). Purtroppo ci sono moltissimi venditori ma per fortuna non sono troppo invadenti anche se in ogni situazione tentano di fregare. Tutta l’Africa è così, ma in questo modo accanito, lo abbiamo visto solo qui. Lo fanno anche fra di loro.
Cartelli, birre e curiosita
Un'ottimo spumante made in Egitto, Una "strana" roccia a forma di ... scalpello (?) e un paio di birre senza alcol.