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Siamo dentro.
Questa volta va bene. Con solo tre ore di lente e tediose procedure riusciamo a lasciare il porto. Ci dirigiamo verso Kisantu dove arriviamo di notte dopo 120 km di pioggia e ingorghi.
Qui c’e’ una antica cattedrale costruita all’inizio dell’800 dai Gesuiti, gli stessi che nel 1838 hanno anche costruito l’ospedale che andremo a visitare.
Incontriamo Sr. Cecile (svizzera) che ci illustra le necessità del posto.
Destiniamo un gettone di solidarietà ELFO.
La "temperatura sociale" di un paese la si puo dedurre dai guardiani di notte.
Qui portano il fucile...
Campeggiamo alla Missione Sant Marie Chiedono 10 dollari totale.
Bel posto e pulito.
GPS S05°07.442 E015°05.046
Matadi - 27 aprile 2008
Questa regione a sud del Congo è collinosa e molto verde. Poche foreste e molta erba. La strada è percorsa dai camion che trasportano le merci dal porto in capitale.
Arriviamo a Matadi, grande porto sul fiume Congo e caotica città di frontiera.
Campeggiamo alla missione delle suore della carità. Chiedono10 dollari totale. Non un gran chè ma il meglio in questa città. GPS S05°49.073 E013°27.664
Angola - Finalmente il visto!
Ambasciata vicino al mercato.
GPS S05°49.308 E013°27.664
Entriamo nell’ambasciata alle 9,30 del mattino.
Dopo 7 ore di attesa usciamo con sulle pagine del passaporto un visto di 5 giorni.
Solo transito.
Parte da domani.
Paghiamo 80 dollari a testa e 1000 franchi congolesi.
Non siamo troppo contenti per il trattamento ricevuto.
Attesa e visto assurdo.
Comunque...
Frontiera- 29 Apr 2008
Alle 7.45 ci presentiamo in frontiera a poche chilometri fuori Matadi.
Oggi è il primo dei 5 giorni di visto con cui dobbiamo attraversare tutta l’Angola.
Andiamo al controllo di polizia dove 2 segretari ci dicono di aspettare. Dopo più di mezz’ora arriva
un dirigente in completo grigio che dice loro di copiare i nostri dati su un libro ( non potevano farlo subito?).
L’operazione richiede 20 minuti e trascrivono i dati del visto del Gabon anziché il loro ( sono in 2 a controllare i documenti). Finita la trascrizione il dirigente ci invita nel suo ufficio e riinizia l trascrizione che considera mal scritta. Altri 30 minuti. Poi ci invita ad aspettare il capo che deve timbrarci il passaporto. Ma come? Non era lui il capo?
Nel frattempo decidiamo di fare le pratiche all’ufficio dogana. Uno zelante e preparato segretario compila e firma il “carnet de passage” però….manca il timbro. Il capo dell’ufficio dogana se lo è portato a casa. Messaggini e telefonate: pare stia arrivando.
Sono quasi le 10 e torniamo all’immigrazione. Ancora un po’ di attesa e finalmente arriva il capo che ricontrolla tutto e timbra il passaporto.
Nel frattempo è arrivato il capo della dogana. Si raccoglie in 10 minuti di preghiera e dopo ci timbra il carnet.
Ancora il controllo dell’auto e poi ci consegnano i documenti per attraversare la sbarra.
Quasi 3 ore per 2 timbri!
Impressioni sul paese
Un paese decisamente da evitare. Caos nelle leggi ed anarchia tra la gente. Pare che le regole si inventano quasi giornalmente.
Presenza massiccia di militari armati, spesso troppo giovani, per tutto il paese. In nessun modo ci hanno però infastidito.
Per strada, fra la gente, qualcuno è molto aggressivo e sospettoso nei confronti dei bianchi. Insistenti richieste di denaro. Non si avverte una reale sensazione di pericolo ma di forte disagio.
Unica strada asfaltata dalla capitale al porto. Controlli di polizia frequenti ma poco con qualche richesta di mance o sigarette da noi eluse.
Sono paralizzati da una burocrazia medievale che rende estenuante ogni pratica. Abbiamo spesso sentito lamentele e critiche spontanee sulla presidenza del paese, anche da parte di funzionari dello stato con incarichi di responsabilità.
Dalla nostra partenza è il primo paese che incontriamo dove preferiscono i dollari americani invece che gli euro e dove si incontrano Land Rover per la strada.