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The Diary
Gabon 2

Rieccoci alla nostra K7!

Eccoci di nuovo alla nostra LandiK7 che nel frattempo ha fatto da casa a una famiglia di galline....

Abbiamo trovato spazio sicuro per l’auto nel cortile della cattedrale.
Questa chiesa è la più antica del Gabon e risale alla fine dell’ottocento.
Il campanile in ferro rosso è stato costruito in seguito.
C’e’ chi dice che sia stato fatto con il materiale proveniente da Parigi dal ribassamento della Tour Eiffel.
Altri sostengono che l’architetto abbia solo disegnato il progetto e il materiale provenisse da una nave fatta naufragare nel golfo da una tempesta.

David e P.Ruggero

Qui incontriamo due bei tipi: David e P.Ruggero.
Dividiamo una pizza ed una bella serata di discorsi profondi.
Ci mettono poi a conoscenza di una pratica terribile che è purtroppo ancora molto praticata qui in Gabon.
Sacrifici e torture su ragazzine e ragazzini a scopo propiziatorio.
Quasi messe nere con vittime giovani.
Abbiamo la documentazione e le testimonianze.
Ve le racconteremo sul libro.

La dolce vita…

Sandro, Luca e Lorenzo abitano qui e gestiscono egregiamente una pizzeria sul mare ed un albergo di gran qualità. A loro dobbiamo molte chiacchiere e simpatia, la conservazione del nostro “fresco” da frigo durante il viaggio a S.Tomè, una bella doccia calda, una lavatrice e una dormita coi fiocchi.
Un'accoglienza inaspettata e per questo ancora più gradita.
La pizzeria “ La dolce vita” è di fronte alla cattedrale, a Port Molè.
L’albergo “Foyer de Marin” nel quartiere Owendo.
GPS N0°17.500 E9°30.300

Dott. A.Schweitzer - Lambaréné

E’ a Lambaréné che nel 1913 Albert sbarca sulle rive di quest’isola nel mezzo del fiume Ogooué. Qui fonda un ospedale che cambierà la vita degli abitanti della regione.
Medico, musicista e filantropo, spenderà la sua vita in questi luoghi. Gli sarà assegnato il premio nobel per la pace nel 1952.
Qui è ancora operativo un ospedale ben funzionante gestito dalla fondazione che porta il suo nome. Vì è anche un piccolo museo con alcuni dei suoi oggetti personali.
Interessante ma potrebbe essere decisamente meglio tenuto e valorizzato.


Campeggiamo presso la Missione spagnola dell’Immacolata Concezione.
Bel prato e servizi puliti.
5000 franchi .
GPS S 00°41,516’ E 010°13.682’

Di nuovo verso Nord

Ripercorriamo la strada fino a Ndjole dove questa volta ci fermiamo a dormire fuori paese.
L’albergo Kevazingo ha un aspetto abbastanza “africano” ma il giovane gestore, oltre ad essere un ottimo cuoco, è molto gentile.
Il ristorantino interno è pulito ed in ordine.
Viene dal Camerun in cerca di fortuna.
Gps S0°09.913 E10°46.656


E’ un po’ presto e facciamo un giro a piedi. L’atmosfera è quella del “sabato nel villaggio”.

Ponfi Bozzi Mangiate

Già, qui le bozze si sprecano.
E le povere zanzare fanno solo una piccola parte del danno.
Almeno loro vengono fermate dalla zanzariera.
Moschine, moscerini, formiche, pulci, ragnetti, FURU, e chissà quali altre diavolerie che il "buon Dio" ha messo sulla terra, si danno appuntamento per banchettare col nostro sangue.
Contati 47 bozzi freschi solo sul braccio destro!!!!
LA BELLEZZA DELL'AFRICA EH?

I fiumi che attraversiamo nella foresta sono gonfi d'acqua.
Per fortuna qui non ci sono guadi da fare.
Ci dicono che il sud dell'Angola e Nord Namibia fino a qualche settimana fa erano tutte allagate.
Andiamo a sud con più calma aspettando il riassorbimento.

Bush camp a cavallo dell’equatore

La pista che continua ha tratti con buche ma generalmente è in buono stato. Al parco di Lopè arriviamo presto all’una e 30 ma in guardiano è molto pieno di sè e scortese.
Il parco costa 5000 a testa, 15000 per l’auto e 10000 per la guida.
Ma la guida da noi in auto non ci sta. E allora proseguiamo fino alle 17,30 per un bel bush camp lontano dalla strada e nel cuore della splendida foresta.
Mezza luna a illuminare e gli animali del bosco come sottofondo.
GPS S0°32.910 E12°10.818

Verso Franceville

Questa foresta è veramente imponente.
La pista che si apre fra enormi muraglie di vegetazione, trova solo di rado qualche sperduto villaggio.

Sulle tracce degli elefanti

A Franceville campeggiamo al ristorante MASOKU, nel senso che ci lascia campeggiare gratis nel bel giardino con piscina.
GPS S01°37.940' E013°35.130'
Li una lavorante ci racconta degli elefanti di foresta, del suo villaggio e dei pisteur che portano a vederli. Decidiamo di partire su quella pista poco frequentata.




Certi ponti danno i brividi ma a volte dall'"alto" viene un segno che ti fa pensare di essere sulla buona strada...

Sulla strada attraversiamo diversi ruscelli e fiumiciattoli dall'acqua limpida.
Arriviamo a Ossele quasi al tramonto, contattiamo il capo dei pisteur (conoscitori di pista) e ci accordiamo per l'escursione a piedi dell'indomani.

Sulla pista degli elefanti

Sveglia prrrrresssssto e partenza poco prima dell'alba.
Buona la temperatura. Umido.
La pioggia della notte ha inzuppato la foresta che ora inzuppa i nostri abiti.


Dopo circa un'ora di marcia arriviamo in riva al fiume.
Ma la riva del fiume si è spostata di qualche metro dentro al bosco.
E noi andiamo a bagno.
Seguono diversi guadi ed acquitrini.

Solo l'orma dell'elefante


Niente.
Gli elefanti si sono spostati e noi tutto quello che vediamo dopo circa 3 ore di escursione sono le loro orme vecchie di 1 mese nella boscaglia.

Ritornati al villaggio un poco amareggiati e molto bagnati, proviamo a continuare sulla pista in fuoristrada.
10 km più avanti infatti dicono che c'e' una americana che lavora sui gorilla in un centro.
Il parco di Lize.
Dopo circa 3 km la pista si fa sabbiosa, la foresta si chiude e il tereno assume una forte pendenza laterale.
Col peso che abbiamo in alto sulla K7 rischiamo di appoggiarci sul fianco, alle strette pareti di roccia che fanno da contorno alla pista.
Insomma di rovesciarci.
Decidiamo di tornare indietro.
Che giornata ragazzi!

Lekoni - 17 apr 2008

Siamo partiti verso la frontiera col Congo. Raggiungiamo il circo di Lekoni famoso per i suoi colorati canyons simili al Bryce in USA.
In questo paese paiono tutti un po scorbutici. Nessuno indica la strada per raggiungerli. E ovviamente non sono segnalati.
Tutti vogliono improvvisarsi guide.
Basta uscire dal paese proseguendo sulla strada che porta verso la frontiera e al quinto km uscire dall'asfalto per prendere la pista di sabbia sulla destra
Dopo qualche km si arriva.

Il panorama è veramente diverso. Dolci colline a perdita d'occhio ricoperte di erba.
Pare la toscana di Franco Fontana.
Le formalità di uscita dal Gabon si espletano a Lekoni. La polizia è sulla strada. L'edificio della dogana si incontra poco prima in località "eau claire". L'ufficio era chiuso ma con l'aiuto di una parente del doganiere, reperita in una casa vicina, lo siamo andati a prendere al villaggio adiacente.
Due svelti timbri e via...
La vera frontiera è però a 25 km dal paese.

Impressioni sul paese

Quanta foresta in questo paese!
L'equatore lo attraversa e si vede. Gli abitanti sono relativamente pochi per un territorio cosi' vasto e sono concentrati nei centri abitati.
Le strade principali sono percorribili con un normale mezzo. A volte asfaltate di fresco e a volte con buche pericolose. Molto meglio le piste che sono in rifacimento e spesso più comode del vecchio asfalto.
Le strade secondarie sono da Camel Trophy.
A volte si interrompono dopo decine di km per il crollo di un ponte su un torrentello.
Un poco ovunque si vedono pero cantieri stradali, molti gestiti da cinesi.
Il paese é tranquillo e sicuro. La gente in genere poco allegra e pare a volte...rimbambita.
Ci sono ancora molte credenze "rituali" anche in persone di una certa posizione sociale. Scabrosi i sacrifici umani. (affermazione documentata)
Il Presidente lo governa da ormai 40 anni e cio ha creato una certa stabilità. E' nato il ceto medio che dà al paese un volano di pace sociale abbastanza utile visti i facili e letali focolai che si innescano in Africa.
E' un posto caro, poco turistico.
Abbiamo trovato la polizia tranquilla e, a parte una poliziotta in un paese del nord, che si é inventata una inesistente tassa comunale che non abbiamo pagato, non ci ha mai chiesto regali.
Spesso neanche i documenti. Solo dove andavamo.
I posti di blocco sono pochi con barriere sulla carreggiata.
Compaiono i primi famigerati Furù.

Cartelli birre e curiosità